Parliamo di foreste urbane. E’ un dato di fatto che le emissioni di CO2 sono tra le principali responsabili del cambiamento climatico.
E’ altrettanto noto che le piante hanno il prezioso potere di assorbire CO2 e di ridurre conseguentemente il dannoso effetto serra.
Recentemente è stato progettato dai ricercatori di IBM un innovativo metodo per identificare, mappare e quantificare la quantità di carbonio che gli alberi, posizionati in una determinata area, sono in grado di immagazzinare.
Il metodo tiene conto di determinati parametri quali la specie, la forma geometrica e il volume della chioma delle piante. Abbinato all’analisi di immagini aeree e a quelle rilevate con un radar ottico laser fornisce dati molto precisi sulla capacità di stoccaggio del carbonio nella vegetazione.
Sono dati preziosi che permettono di individuare anche le caratteristiche specifiche di alcune piante e di individuare quali sono le specie e le quantità di alberi piantare in base alla morfologia delle città.
Più foreste urbane per meno emissioni di CO2
Con questo sistema è stato calcolato che nell’area di Manhattan gli alberi assorbono 52mila tonnellate di carbonio. Il metodo è valido ed efficace, attualmente ha però un limite: la tecnologia del radar ottico laser non è disponibile ovunque. Si sta tuttavia lavorando affinché sia possibile ottenere la stessa precisione dei risultati utilizzando solo le immagini aeree.
Aumentare l’estensione delle foreste urbane e crearne di nuove, ottimizzando la piantumazione secondo i dati forniti da questo nuovo metodo, porterà quindi ad una riduzione delle emissioni di CO2.
Fornirà inoltre alle aziende uno strumento per regolare le compensazioni di carbonio permettendo loro di controbilanciare le emissioni di gas serra attraverso la riduzione o il riassorbimento dell’equivalente quantità di CO2.