I ghiacciai sono in sofferenza. E’ quanto emerge da un’analisi delle immagini satellitari delle regioni glaciali provenienti dal Catasto Europeo dei ghiacciai.
Secondo alcuni dati rilevati il 70% delle coltri di ghiaccio dell’arco Alpino hanno subito un’importante riduzione della luce riflessa nel corso degli ultimi 20 anni a causa del loro annerimento.
Dal momento che i ghiacciai riflettono le radiazioni solari del 20-30% è evidente che la questione dell’accumulo dei detriti non sia da sottovalutare. Il problema è reso ancora più critico dalla progressiva e costante diminuzione della coltre bianca.
Secondo le analisi di uno studio condotto da alcuni ricercatori dell’Università Statale di Milano guidati da Davide Fugazza, a partire dagli anni Ottanta a oggi emerge che la superficie coperta da detriti e cenere all’inizio del 2000 era del 17% e che tra il 2012 e il 2015 l’annerimento era già salito al 30% con il risultato che le coltri di ghiaccio riflettono sempre meno.
Ghiacciai sempre più ridotti e neri
“I nostri ghiacciai alpini si stanno riducendo di circa 1,20 – 1,30 metri di spessore, entro il 2050 la maggior parte non ci sarà più, rimarranno solo quelli più grandi ed elevati oltre i 4.000 metri” spiega il climatologo Luca Mercalli.
“Funzionano come un conto in banca: di inverno abbiamo i versamenti, cioè la neve, d’estate i prelievi. Fino agli anni ’80 i conti erano in equilibrio. Ma a partire da fine anni ’80 il conto è in rosso”.
“Anche un ghiacciaio che fonde il Lombardia minaccerà Venezia e la foce del Po contribuendo all’innalzamento degli oceani di almeno 40 cm, il colpo è in canna, ma se non faremo nulla sarà di un metro e venti. La cura non c’è, ma possiamo ridurre i sintomi”.