L’espressione magari ricorda anche a voi un film degli anni ’80. Quel celebre Vacanze di Natale che ci ha regalato tante perle, tra cui quella dei riscaldamento a tutta gallara, o callara ci dicono da Roma. Ad ogni modo, al massimo.
Ecco, questa abitudine, ancora presente in tante case ha una serie di controindicazioni che vanno dalla sfera micro, personale o famigliare, a quella macro.
Partiamo da un dato: esiste una legge che stabilisce la temperatura massima che si può avere in casa. Lasciare i termosifoni al massimo quando non necessario, non solo quindi è contro la legge, ma è anche un modo “invisibile” di inquinare.
Il concetto è di per sé semplice da capire: più caldi sono i caloriferi, più si consuma. Il consumo del “carburante” necessario a far funzionare la caldaia, centralizzata o autonoma, corrisponde ad una maggiore quantità di sostanze inquinanti immesse nell’aria.
Chi ha il riscaldamento autonomo, quella caldaia spesso fuori dal balcone, magari non si accorge, ma il concetto è uguale, in proporzione, a quello che potete vedere girando la città ed alzando lo sguardo sui tetti. Quel fumo che esce dai camini è, quasi sempre, un aumento dell’inquinamento atmosferico.
A questo ci pare giusto aggiungere un altro dato: più fa caldo, più si consuma, più si spende. Nessuno vuole farvi i conti in tasca, ma…
E’ quindi opportuno che ciascuno di noi contribuisca in modo semplice, ma utilissimo, regolando i propri caloriferi affinchè in casa ci sia la temperatura giusta. Che poi diciamolo, troppo caldo fa anche male.